Non castelli di sabbia ma origami di carta crespa

Le storie finiscono.
L’ho scoperto quando avevo quindici anni e ho visto il mio primo castello di sabbia crollare.
Costruito con la leggerezza di quando a cinque anni giochi al mare, si è sgretolato rapido come investito dalle onde. Sulla spiaggia, dopo l’impatto, solo le impronte sbiadite di quei due bambini, loro che avevano giocato a fare i grandi, una sera di marzo, scambiandosi un bacio sotto le stelle di un cielo freddo. Proprio come in tutti i film d’amore che avevano visto.

Le storie finiscono.
L’ho detto a me stessa qualche anno dopo, quando il profumo della prima pelle che avevo conosciuto aveva smesso di essere il primo profumo che avevo voglia di sentire al mattino. Andarsene non è difficile quanto lasciar andare, ma anche per quello ci vuole coraggio. Il castello di sabbia non crollò in quel caso, ma diventare grandi significa anche questo in fondo: accorgersi che le stagioni cambiano e che si cambia con loro. Cercare la propria estate sulla spiaggia di un altro emisfero, in certi momenti non è peccato.

Le storie finiscono.
Addio dopo addio alla fine l’ho imparato. Qualche volta ci hanno pensato i silenzi di troppo a ricordarmelo, altre me l’hanno dimostrato le carezze che da un giorno all’altro non ho più ricevuto, gli abbracci che avrei desiderato, le parole a mezza bocca che ho pronunciato nel tentativo disperato di fermare chi se ne era già andato. In certi giorni a ribadirlo sono bastati i miei occhi spenti nelle foto, o gli occhi spenti sui visi che un attimo prima avevo baciato. Ho una collezione di prove inconfutabili sparse negli armadi e nello stomaco, sotto la pelle e sotto il letto: le storie finiscono. Questo è quanto.

E poi ci sono le storie d’amore. Non castelli di sabbia, ma origami di carta crespa.
Fogli che si accartocciano su sé stessi fino a prendere una forma nuova.

Le storie d’amore non finiscono. 
Io amo ancora tutti quelli che ho amato, anche se non dello stesso amore di un tempo. Li amo nei silenzi e nelle distanze, pregando perché siano felici, proteggendoli come posso da lontano, nel ricordo del bene che mi hanno voluto e che io ho voluto a loro. Non li amo nella speranza di un ritorno, di un futuro. Li amo nel rispetto di un passato che non cancello, nella purezza di un sentimento vero che non condanno, che non rinnego, anche dopo che si è consumato.

Non concepisco nessun amore che valga meno di questo.
Non credo a nessun rapporto che finisce senza un residuo d’affetto.
Non riesco a capire chi quando ti lascia smette di volerti bene da un giorno all’altro.

Non castelli di sabbia ma origami di carta crespa.
Quando qualcosa non esiste più, a me viene il dubbio che non sia mai esistito.

origami

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