Non ho dimenticato come si fa

Non ho dimenticato come si fa.

Sono convinta che se cerco, da qualche parte tra il petto e lo stomaco, so ancora come si accarezza un viso, so ancora come si tiene una mano. So condividere, so aspettare, so progettare un futuro per due. Sono convinta che se cerco, da qualche parte in mezzo alle paure, so ancora prendere a piene mani il coraggio, so ancora buttarmi e schiantarmi pur di prendermi il bello di aver volato. Sono convinta che sono ancora io. Che il tempo non ha vinto. Che gli errori non mi hanno cambiato. Che non si è spenta davvero la luce negli occhi di quando per amore avrei spostato il mondo. Non ho dimenticato come si fa. Non è successo sul serio. Ci si è messo solo il disincanto di un quarto di secolo faticoso, di un anno di attesa di troppo, di un silenzio non colmato al momento giusto. Ci si è messo solo questo buio pesto di una notte col maltempo e il vento ad aprire al contrario l’ombrello. Il vento ad aprire al contrario un po’ tutto. Ci si è messo solo il veleno ingoiato. Il sangue sputato. Il mare mosso di un inverno infinito. Ma non ho dimenticato come si fa. Te lo giuro. Lo giuro a me.

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